In questo periodo, caratterizzato da questa forte crisi economica, gli istituti di credito e le società finanziarie risultano più disponibili alla concessione di prestiti anche se il soggetto richiedente non è in grado di fornire le giuste garanzie. Se un pensionato ha necessità, infatti, di liquidità, può fare richiesta alla banca o ad un intermediario finanziario di riferimento. Sarà poi l’ente di previdenza a provvedere al pagamento delle rate, mediante una trattenuta mensile sulla pensione. Tale rimborso può avvenire fino ad un quinto della pensione ed il contratto di finanziamento non può superare i dieci anni di durata.
I prestiti possono essere richiesti da qualsiasi tipo di pensione, ma ci sono delle eccezioni.
Ad essere escluse sono infatti:
- le pensioni e assegni sociali;
- le invalidità civili;
- assegno mensile per l’assistenza ai pensionati per inabilità;
- gli assegni di sostegno al reddito;
- le pensioni del personale bancario;
- assegni al nucleo familiare.
Il primo passo da fare per un pensionato, che intende richiedere un prestito ed inoltrare la richiesta di finanziamento, sarà quello di rivolgersi alla sede Inps in modo da farsi rilasciare la comunicazione di cedibilità, che indica l’importo massimo della rata. Questo documento, che assume un ruolo sicuramente fondamentale, dovrà essere presentato anche all’ente che erogherà il prestito. Così come previsto dalla normativa vigente il pensionato può rimborsare il finanziamento con un versamento di importo pari ad un quinto della pensione. Non sono, invece, oggetto di cessione i trattamenti pensionistici integrati al minimo.
Una volta che l’ente bancario o finanziario eroga il prestito, viene notificato all’Inps un contratto di credito del pensionato. Sarà compito dell’istituto di previdenza nazionale occuparsi di tutelare i suoi iscritti, verificando alcune clausole:
- che la Banca o la Finanziaria abbiano i requisiti richiesti dalla legge per questa tipologia di operazione;
- che il tasso effettivo globale applicato al prestito sia inferiore al tasso soglia anti-usura;
- che la rata prevista sia inferiore o pari ad un quinto dell’importo della pensione;
- che nel contratto siano indicate tutte le spese relative al contratto di finanziamento.
Per far sì che restino bassi i livelli dei tassi di interesse, l’Inps fa sottoscrivere alle banche una convenzione in base alla quale per i prestiti al di sotto dei 5.000 euro, il tasso non può superare l’8,45%, mentre per quelli al di sopra dei 5.000 euro, il tasso non potrà andare oltre il 7,55%.
La Convenzione è sicuramente un valore aggiunto per il cliente pensionato che potrà sapere prima i costi legati al prestito e l’ammontare della rata che sarà sempre proporzionale alla propria pensione.